mercoledì 27 agosto 2008

rflessioni

A volte non so dove sono, ed è una sensazione piacevole. Essere un po’ dappertutto, disperso. C’è una poetica nel dissolversi nel perdersi , nel vagare che diventa viaggiare, per una magica allitterazione .
Preferisco da sempre l’assenza di certezze, l’assoluta perdita di controllo, come se mi aprisse una porta mistica verso una conoscenza nuova, verso una libertà assoluta priva ei meccanismi del pensiero logico.
L’assoluta assenza di senso si carica di significati nuovi, una parola o un’immagine hanno molto più di un significato. Un viaggiare onirico che diventa vagare. Il sogno tramuta il viaggio in vagare, il vagare non cerca, ma trova. Il cercare offusca e chiude le possibilità di trovare, seleziona e separa, il trovare è unità superamento dei dualismi umani, vita e morte, gioia e sofferenza, mente e corpo. Dualismi nati per spigare, ciò che non deve essere spigato, ma solo sentito e vissuto. Si anche la morte va vissuta , come naturale conseguenza della morte e viceversa

1 commento:

entusiasta ha detto...

E' incredibile, le tue parole proiettamo nella mia mente il film della mia vita...io spesso non so dove sono!
Viaggio tanto , continuamente e vaga anche la mia mente...raggiungo luoghi così diversi tra loro....dicono che sono una nomade,che scappo...e mi dicono anche che prima o poi dovrò fermarmi.
Ma io non scappo, io cerco! Cerco qualcosa che non ho ancora trovato...e forse non ho fretta di trovare.
Non ho certezze e questo mi permette di vivere ogni giorno come fosse l'ultimo.
Il mio continuo vagare mi rende libera, libera dalla prigione della quotidianità.
Ho fame del mondo, degli altri : voglio vedere, conoscere, incontrare, sentire,provare.
E in tutto questo non c'è un senso, c'è solo vita.