mercoledì 2 febbraio 2011

L'infinto di Leopardi modificato per Silvio B.

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,

e questa serpe, che da dentro parte

dell'ultimo votante la fiducia esclude.

Ma comprando e minacciando, interminati

voti di là da altri giungami,

Sollazzi e seratissime Liete

io nel pensier mi fingo, ove per poco

il cor non si spaura. E tra il vento

odo stridir Tremonti , io quello

infinito rigore a questa voce

vo comparando: e mi sale l’incazzo,

e li mortacci sue, e la cedolare

secca, e il suon di Fini. Così tra questa

immensità s'annega il governo mio:

e il processar m'è amaro in questo mare»

.

Nessun commento: