La riscoperta di Ernst Bloch
mi ha obbligato a notare come frasi apparentemente banali e finalizzate ad un
nostro presunto benessere piscologico siano invece pericolosamente liberticide.
Siamo circondati da messaggi di accettazione: accettare i propri limiti,
accettare me steso per quello che sono, accettare i miei difetti, accettare la
diversità, accettare la mia vita così com’è, accettare tutto… Dobbiamo accettare?
Ernst Bloch notava che la condizione umana è quella di non accettare lo stato delle
cose, di essere permeato da un profondo senso di insoddisfazione: una totale
non accettazione del presente.
Bloch, però, in questo non vedeva, come la maggior parte di
noi, una causa di frustrazione o infelicità, bensì vedeva in questo stato di perenne
insoddisfazione un terreno fertile per sognare ed immaginare un mondo nuovo. La
non accettazione di uno stato di cose, come motore del cambiamento. Inseguire
sogni ed utopie per migliorare continuamente. Non siamo obbligati ad accettare
la nostra povertà come condizione ineliminabile del nostro vivere, non siamo
obbligati ad accettare che i 4/5 della ricchezza mondiale siano in mano a pochi
oligarchi, non siamo obbligati a pensare che sia necessario consumare e guadagnare
di più, sempre di più per sopravvivere, non siamo obbligati a pensare che il mondo
debba per forza basarsi su un sistema capitalistico incapace di distribuire ricchezza
e incapace di gestire risorse, non siamo
obbligati ad essere bulimici. Siamo obbligati a pensare, siamo obbligati a
pensare ed immaginare un mondo migliore. Non dobbiamo accettare, ma trasformare
il mondo.
Nessun commento:
Posta un commento